Sono Alberto e ho ventitré anni.
Ho terminato il corso di Giuseppe Coppola dieci giorni fa e la balbuzie non è più un mio problema. Attualmente sto intraprendendo un viaggio con me stesso che mi permetterà di avere la rivincita su una vita intera da balbuziente. Ho avuto anche la fortuna di essere invitato da Savio al corso nazionale a Rimini e di provare la bellissima sensazione di aiutare altre persone alle prese con la stessa disfluenza che mi stava rovinando la vita. La balbuzie è una prigione, di ansia e paure, che ti costringe a vivere con un costante sentimento di disagio tutte le volte che devi o vuoi aprire bocca.Non ho mai accettato lo status di balbuziente; sognavo di evadere da queste fredde sbarre ogni santo giorno.
Le cure che avevo intrapreso fin da piccolo, spinto dai miei genitori, mi avevano fortemente deluso ed avevano abbassato notevolmente la mia autostima, nonché la fiducia di trovare una soluzione valida e duratura.Dopo la logopedia, i farmaci ansiolitici e le sedute dallo psichiatra stavo perdendo le speranze e temevo che ogni nuovo tentativo fosse solo una perdita di tempo e denaro, per me e per la mia famiglia. Vivevo nascosto, cercando di non pensare al mio problema, con la debole prospettiva che se ne sarebbe andato negli anni.
E di anno in anno, invece, la balbuzie mi si presentava davanti con tutta la sua forza, focalizzandosi, man mano che diventavo più maturo, con una nitidezza sempre più crudele.
Dopo la discussione della tesi di laurea mi accorsi di trovarmi ad un bivio. Lo sguardo dei miei genitori e delle persone che mi vogliono bene seduti in quell’aula non li dimenticherò mai; così come non avevo dimenticato tutte le volte che avevo pianto quando la balbuzie voleva soffocarmi.
Era giunto il momento di prendere in mano la mia vita e di fare qualcosa.
Decisi di provarci ancora e cercai un corso intensivo sul web: Peppe fu l’unico che mi trasmise, a pelle, la fiducia necessaria per vincere la diffidenza verso qualsiasi nuova cura definitiva che si professasse tale e che ormai mi accompagnava da qualche anno. Le sue parole e il suo sguardo mi diedero la forza per affrontare un corso del genere con grande decisione ed impegno, tralasciando, per una volta, tutto il resto.
Ora potrei raccontarvi del corso e dei miei progressivi miglioramenti, ma andrò subito alle conclusioni perché sono impaziente; impaziente di dirvi come ci si sente ad evadere di prigione, a piegare le sbarre con le proprie braccia e a poter finalmente esprimere quello che si pensa. Sono felice.
Ho riscoperto il piacere della parola ed il fatto di non provare più la sensazione di bloccarmi è una grandissima liberazione.
In più, in qualsiasi prova che dovrò affrontare potrò finalmente prendermi i miei pieni meriti e soprattutto, nelle sconfitte della vita, non avrò la solita scusante della balbuzie ma potrò leccarmi le ferite da solo e capire dove e come migliorare.
E così si cresce, ne sono sicuro.
Ma la cosa che più mi rende felice è che questo corso è stato molto di più: ho trovato me stesso. Prima di questo corso non ne ero mai stato capace ed oggi posso finalmente eliminare quell’ingiustificata insoddisfazione di me che mi stava accompagnando da sempre e che non mi faceva arrivare mai…
Ricordo che Peppe durante il corso di Milano ci disse – Qui non stiamo solo risolvendo la balbuzie, stiamo accettando noi stessi – .