Città: Roma – Età: 25
La balbuzie è un problema!
Chi leggerà questa frase, buttata lì così, senza quasi un motivo apparente, non penserà affatto che io sia in lizza per il Nobel per la psicologia, antropologia… o qualsiasi altra cosa che finisca per –ia… anche perché non mi conoscete ancora e non potere sapere che questo evento rientrerebbe di diritto nel genere fantascientifico, nel senso lato del termine. In effetti la mia lentezza nell’afferrare determinati concetti (non ho scritto “tutti” per non buttarmi troppo giù) è proverbiale. Così, ho capito di avere un problema grave, la balbuzie (oltre a quello di cui sopra) solamente a 23 anni…e non è tutto…eh già, al peggio non c’è mai fine…dopo ben 9 anni da quando ho fatto il corso. Adesso si capisce finalmente che tutto ciò che ho detto prima corrisponde di certo a verità.
La mia storia inizia proprio in quel momento. Inizia lì e non prima perché è lì che ho preso coscienza di me. Fondamentalmente sono cresciuto. Senza esagerare eh? Come ormai sapete ho i miei tempi. Magari col militare, con i primi lavoretti estivi, con le prime (ed uniche) ragazze, uno si trova di fronte a situazioni che ti fanno crescere, perché hai maggiori responsabilità da sostenere, perché se non ti svegli vieni sopraffatto dagli altri. E quindi, come il più classico degli italiani medi, solamente quando mi sono trovato con le spalle al muro ho reagito ho fatto la mia scelta. Eh già, perché la vita è fatta di scelte e l’unico modo per viverla bene è, ad ogni bivio che ci si presenta davanti, scegliere la strada giusta. La strada giusta dipende da che tipo di vita vuoi vivere, se vuoi sfruttare o meno le tue potenzialità. Io avevo la possibilità di PARLARE, come non avevo mai fatto, e questo comportava la possibilità di poter essere me stesso… ma soprattutto di poter decidere che cosa farne della mia vita. Senza che la balbuzie mi condizionasse nel fare alcune scelte piuttosto che altre.
Senza che la paura mi stesse sempre addosso… paura di parlare… ma anche la paura di compiere una scelta dettata dal cuore piuttosto che dalla mia insicurezza da balbuziente… paura di non riuscire a dimostrare quanto valessi.
Era stupido continuare a non sfruttare questa possibilità, perché non era vero che riuscivo a convivere con questo problema… perché lo spirito di adattamento alle figure di merda, che il Signore ha elargito ai balbuzienti in modo assai generoso, a un certo punto finisce. E poi penso anche che un vero uomo è colui il quale compie una scelta coraggiosa… ragazzi, risolvere la balbuzie non è una passeggiata… adattarsi alle situazioni non sempre paga… e vi assicuro che è molto più gratificante imporle. Adesso siete voi davanti a una scelta: chiamare o no?
Il mio consiglio è di parte e scontato, quindi facciamo che non vale. Chiedetevi solo se avete voglia di accontentarvi di fuggire dalla paura di parlare e di vivere o volete finalmente iniziare a vivere la vita come voi la vorreste. Con la speranza di conoscervi presto, un abbraccio a tutti