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Gennaro

Lettera a coloro che balbettano “una volta ogni tanto”, come pensavo io.
La mia è una storia come tante, balbuziente, in mano ad incompetenti fino all’ottobre 2001, quando ho frequentato l’incredibile corso di Peppe.

Fuoco, bruciami perché non avevo la minima intenzione di frequentarlo. Perché, così depresso a causa di tutti gli altri tentativi falliti nel più completo anonimato dei logopedisti, ritenevo soddisfacente, anzi, buono il mio modo di parlare ignorando le deviazioni che il mio cervello prendeva per evitare il blocco.
Fosse stato un metodo infallibile mi sarei potuto accontentare ma presentava errori di fondo, e allora, ZioCanta, decisi di chiudere il conto con il mio linguaggio balbuziente.

Flashback: non potrei essere mai definito balbuziente modello, da quando frequento il liceo scientifico (4 anni) i miei blocchi sono poco frequenti, e la mia loquacità è nella media nazionale. Ma notavo che c’era un qualcosa, una difficoltà d’espressione, un meccanismo ben rodato, che mi impediva d’usare le parole che volevo per evitare il blocco. Ma era tutto automatico, inconscio. Nonostante ciò continuavo a subire sfottò dagli amici che non prendevo neanche in considerazione. Però, venuto a conoscenza del corso, ero indeciso sul farlo. Ne avevo visti tanti di metodi, avevo ascoltato giorni di cassette mastrangeli, avevo imparato cadenze col metronomo da piano e gesti inconsulti con le braccia per partire o per evitare un blocco all’interno della frase.
Avessi saputo che bastava così poco. A coloro che, come me pensavano: “Io balbetto una volta ogni tanto” l’incepparsi è solo la conseguenza di una serie di “errori d’impostazione del cervello”. Se ci riflettete, a volte avete l’impressione di non essere in grado di esprimervi come vorreste.
Basta poco, ZioCanta!