Avevo circa dieci anni quando, i miei genitori, consapevoli del disagio che mi provocava la balbuzie, decisero di portarmi in un “centro specializzato per la cura della balbuzie”. Il problema non fu risolto, i blocchi rimanevano e anzi, crescendo, le difficoltà psicologiche legate a questo disturbo peggioravano. Non mi sentivo mai all’altezza della situazione. Quando parlavo, la mia più grande preoccupazione era di non far accorgere gli altri che io fossi balbuziente, perciò ero alla continua ricerca di un modo per nascondere la balbuzie, non per risolverla.
Arrivata a diciotto anni ho preso in mano la situazione e in previsione del tanto “mostruoso” esame di maturità, ho deciso, dopo essermi informata, di frequentare il corso di Peppe Coppola.
Ho iniziato il corso ad Aprile ed è quasi riduttivo dire che mi ha cambiato la vita. Perché non ho solo smesso di balbettare, per me questo è stato un percorso che ha smontato, riassestato e ricombinato tutta la mia vita.
Lezione dopo lezione mi sono resa conto che quelle che per 18 anni ho creduto fossero verità erano solo inutili convinzioni che mi facevano vivere una realtà parallela dove tutto era fatto e pensato in funzione degli altri. Grazie al corso per la prima volta mi sono trovata a dover fare i conti con me stessa, a guardarmi ed analizzarmi per quella che realmente sono. Ho cominciato a capire che cercare conferma negli occhi degli altri, temere continuamente il loro giudizio, non significa vivere. Ho capito che spesso ciò che ci accade, come ad esempio il fatto di essere balbuzienti, non dipende da noi ma siamo noi comunque a SCEGLIERE CHI VOGLIAMO ESSERE. Siamo noi a decidere se eliminare la balbuzie e quindi non solo i blocchi ma tutte le ansie, le paure e i complessi correlati a essa, o rimanerne incatenati.
Solo due mesi dopo aver finito il corso ho vissuto, a Rimini, l’indimenticabile esperienza di aiutare altri balbuzienti a risolvere il problema. Insegnare ad altre persone di cui comprendevo quello stesso sguardo intimorito che per una vita aveva accompagnato anche me, di cui capivo a fondo il disagio che li portava a vivere con ansia anche le situazioni più comuni, mi ha dato conferma di ciò che pensavo.
Diventando poco a poco più consapevoli di ciò che stava accadendo loro, e più coscienti del fatto che stavano perseguendo la vittoria più importante della loro vita, i loro sguardi si illuminavano, il tono di voce diventava più deciso e più sicuro, il loro atteggiamento più determinato.
Rivivere il corso attraverso i loro occhi, rispecchiarmi nelle loro reazioni, inizialmente di confusione e rifiuto, e poi di determinazione ed entusiasmo, mi ha trasmesso e mi trasmette tuttora una carica ed un’energia indescrivibile.
La verità è che non sempre siamo quello che vorremmo, come tutti d’altronde. Ma soprattutto, tutte le cose che facciamo quotidianamente, tutti i progetti che ci preponiamo, le persone di cui ci attorniamo, le relazioni che creiamo hanno un senso e trovano la loro forma solo nell’accettazione di noi stessi per quello che siamo. Per questo all’inizio ho chiarito che per me non è stato solo un corso per smettere di balbettare; dietro ai blocchi ed ai silenzi infatti, c’è la convinzione di non essere mai abbastanza, di non arrivare mai, di sentirsi sempre un po’ di meno di quello che si è. Prima di affrontare il corso, non avrei mai pensato che dietro alla balbuzie ci fosse tutto questo, e solo ora guardandomi dietro capisco quanta vita ho vissuto solo a metà.
Come mi sento oggi ??
Oggi mi sento una ragazza di 19 anni che ha tanta voglia e tanta curiosità di scoprire il mondo, di viaggiare e di conoscere persone nuove. Non mi fermo più davanti a nulla: non esito a prendermi le mie conquiste e accetto le sconfitte a testa alta con la grazia di una persona consapevole di sé, e non con il dolore di chi si sente incompreso.
Ho la fortuna di collaborare con l’associazione e lo faccio con tutta me stessa perchè mi sono accorta che vivere da non balbuziente è di gran lunga meglio. Per questo ci metto passione ed impegno. Perché è bene che tutti sappiano che la soluzione c’è: bisogna solo avere il coraggio di prendersela.