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Teresa

Mi chiamo Teresa e ho 22 anni, ho frequentato il corso di Giuseppe Coppola a febbraio di quest’anno.

Ho iniziato a balbettare all’età di 3 anni , almeno per quello che mi hanno raccontato i miei genitori…e da lì non ho più smesso.

La vita da balbuziente è una vita spenta, puoi avere tutti gli amici che vuoi, un fidanzato, genitori comprensivi, un lavoro, i compagni dell’università, ma il “Male dentro” nessuno potrà capirlo, a volte ti senti anche dire che è per colpa tua che sei balbuziente, perché parliamo troppo velocemente, e ti diranno :”ehi vai piano, stai calmo, tranquillo”, E NOI pensiamo..:” ma tranquillo di che?? Io so cosa dire, ma non riesco a dirlo”.
Un balbuziente quando parla ha una paura tremenda di guardare negli occhi il suo interlocutore, perché a noi lo sguardo di compassione, che abbiamo visto in tanti anni, ci ha logorato dentro, ci ha ucciso, ci ha umiliato. La balbuzie ti porta a fare scelte che non vorresti fare, a prendere strade professionali o amorose che non vorresti , perché non riusciamo a metterci in gioco, non è pigrizia, ma PENSIAMO che non possiamo competere con altre persone, che tutto il mondo sia migliore di noi, che tutti abbiano sempre una marcia in più… ma non è così, credetemi!!!!!

Noi balbuzienti siamo molto sensibili e possiamo dare tanto agli altri, questo perché, avere un problema e affrontarlo aiuta a capire meglio sia chi vive la nostra stessa situazione o sia situazioni simili.

A me capitava, e capita ancora adesso a volte, che prima di parlare mi saliva l’ansia, mi sudavano le mani, mi batteva il cuore a mille, anche situazioni più o meno “normali”, per non parlare di come mi sentivo quando dovevo affrontare un colloquio di lavoro o un esame all’università.

Ecco dove sta il segreto e la forza del corso: ti da degli strumenti per affrontare sia la “NORMALITA’”, sia lo “STATO D’ ANSIA ALTA”. Durante il CORSO e il DOPO CORSO gestiamo meglio le nostre  “Emozioni”, che ci saranno sempre (per fortuna), ma anziché farci sopraffare da queste, riusciamo a gestirle e ad utilizzarle POSITIVAMENTE, e avere una parlata più fluida e comprensibile.
Dobbiamo innamorarci del nostro nuovo modo di parlare, dobbiamo parlare e sentirci bene, cercare di togliere quegli intercalari come : “cioè”, “ma”, “anche”… che ci fanno riconoscere agli altri come balbuzienti, ognuno di noi poi, ha sperimentato altre parole di appoggio che permettono di non far rendere conto agli altri del nostro problema, perché è quello il punto: l’”OPINIONE ALTRUI”, cosa penserà di me quella persona ora che ho balbettato?

Il corso ci insegna anche che, se per un colpo di fortuna non si balbetta, e ci si sente momentaneamente bene perché si pensa: ”PER FORTUNA, ALMENO QUESTA PERSONA NON SA CHE BALBETTO”, questo stato di fortuna non è una soluzione e non ci permetterà di stare BENE davvero perché IL MALE sta sempre lì, non è andato via.

Il primo giorno di corso volevo mollare, non volevo ritornare più lì, in quella stanza di Pomigliano d’Arco, con gli altri 3 ragazzi che seguivano il corso con me, mi sembrava una cosa assurda,”smettere di balbettare in 2 settimane”; e anche perché, essendo timidissima, fare esercizio con 3 ragazzi, più due insegnanti tutti uomini era  imbarazzante, questa cosa però, con il passare del tempo,  mi ha fortificata, e sono fiera di me per non aver mollato.

Dopo aver finito il corso bisogna ogni giorno lavorare su se stessi per migliorarsi, non si smette di balbettare finito il corso, ma si smette di PENSARE DA BALBUZIENTI dopo il corso che è di gran lunga superiore!!! ;-)

Vi faccio un piccolo esempio per essere più chiara:
Vi è mai capitato di dover andare in un bar e pensare già da casa alla consumazione da ordinare? Penso proprio di si, perché la storia del bar è una situazione classica di noi balbuzienti, ecco, eliminare quel pensiero antecedente che ci accompagna fino all’entrata nel bar significa già VIVERE senza sentirsi balbuziente.

Consiglio a tutti questa esperienza, perché ti fortifica, e ti fa conoscere persone che hanno il tuo stesso problema.
Tranquillo/a che non sei solo/a al mondo a soffrire di balbuzie.